Il giro del mondo in una stanza

Autore Michele D'AgostinoTitolo Punto Di Domanda Misure variabili Materiale LED policarbonato componenti elettrici legno Anno 2011
Punto di Domanda
16 dicembre 2015
lontano anni luce
Lontano anni luce
16 dicembre 2015
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Il giro del mondo in una stanza

TITOLO: Il Giro del Mondo in una Stanza

ANNO: 2013

MISURE: 200 x 100 x 14 cm

MATERIALI: alluminio, motori elettrici, scheda elettronica, acciaio inox, aeroplanino, componenti meccanici ed elettronici

L’idea per  l’installazione Il Giro Del Mondo in una Stanza nasce durante un viaggio aereo, di lunga percorrenza, in cui sono stato attirato dall’animazione sullo schermo della mia postazione, consistente in una porzione di planisfero con la linea rossa della tratta e l’aeroplanino collocato nel punto esatto sorvolato in quel momento.

L’installazione ha come presupposto una ricerca che riguarda un percorso da compiere in aeroplano,  partendo da Milano-Malpensa, toccando Madrid SP Barajas, New York NYJ.F.K, Città Del Messico, San Paolo SP Guarulhos, Buenos Aires BA Jorge Newbery, Johannesburg, Sydney NS Kingsford Smith, Singapore Changi, Tokyo Haneda, Seul Gimpo/ Incheon, Shangai Pu Dong, Hong Kong, Riyadh King Khaled, Addis Abeba Bole, e arrivando nuovamente a Milano Malpensa. Il citato percorso è stato determinato dal Server Vola gratis, al quale mi sono rivolto per l’acquisto dei biglietti e le informazioni relative a scali, tempi di percorrenza e costi.

Sono passato, quindi, all’ulteriore definizione teorica dell’installazione: ho individuato su un planisfero le località toccate dal percorso, e ho elaborato un progetto che restituisse in misura tridimensionale l’aeroplano e il mondo su cui vola, attraverso un apparato meccanico – elettronico, avvalendomi anche dei consigli di professionisti del settore. Per l’apparato meccanico ho individuato come materiale l’alluminio, che è adoperato normalmente nella realizzazione degli aeroplani; per l’apparato elettronico mi sono avvalso di un PLC che funge da memoria.

L’installazione finale consiste in un pannello di 2000 per 1000 mm, dove sono incisi i nomi delle località, dei relativi aeroporti, dei tempi di scalo e di percorrenza. Sullo stesso pannello la coordinata aerea è resa attraverso un taglio, ottenuto tramite fresatura del tipo CNC. Dal taglio emerge l’aeroplanino tridimensionale, che riproduce in scala il modello BOING 747 in dotazione a diverse compagnie di volo internazionali, e che percorre in tempo reale, corrispondente a otto giorni, il percorso.

Il pannello descritto poggia, tramite distanziali, su un altro pannello destinato alla parte meccanica, composta da una catena che scorre su delle corone dentate, dal supporto dell’aeroplanino e da un motore comandato dal PLC. Questa parte meccanica, intenzionalmente, non rimane del tutto nascosta all’occhio dell’osservatore, ma viene resa visibile attraverso l’intercapedine creata dai distanziali.

Il Giro del Mondo in una Stanza si configura, nelle mie intenzioni, come un’opera che attinge dalla realtà diversi elementi, ma contemporaneamente vuole essere una riflessione sul mondo d’oggi, diventato piccolo, e quindi racchiudibile in una stanza, nel senso che le persone e le culture una volta lontane, oggi si trovano vicine e si confrontano nella vita quotidiana.

Questa globalizzazione si verifica in misura maggiore nelle grandi città, dove la presenza di un’umanità variegata si coglie dappertutto (per strada, nei mezzi pubblici, sul lavoro, nelle scuole, nelle case, ecc.) e finisce per diventare, tranne poche eccezioni, familiare. Nei piccoli paesi, invece, il fenomeno risulta ancora ridotto e capace di suscitare a volte sorpresa, ma la tendenza  è ormai irreversibile, e, se affrontata bene, può essere costruttiva e arricchente.

Evocare il Mondo in una Stanza significa, anche, per me, ritornare inconsciamente all’infanzia, alle costruzioni-giocattolo, ai modellini di automobili, treni, aeroplani, che permettono ad ogni bambino di crearsi un proprio mondo, simbolico e tremendamente reale insieme. L’aspirazione dei bambini non è, in fondo, molto dissimile da quella degli artisti.     

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